giovedì 3 gennaio 2013

Gentilerrimi, Melaesse diventa un sito e cambia nome. Cosa resta? Io resto! Io cresco (così pare), i miei lavori pure e la voglia di mostrare al meglio quello che mi piace, anche quella cresce. Seguitemi allora su cargocollective.com/whythewhale Buon 2013! Luci Ceccolins

mercoledì 3 ottobre 2012

500 America Twitbid. "Idea e concept sono di Hagakure, creatività e realizzazione sono di Arc - Leo Burnett." http://www.uominiedonnecomunicazione.com/index.php?articolo=2781&azione=&sezione=3&lang=it Video: http://www.youtube.com/watch?v=8UBg9qgT654

giovedì 20 settembre 2012

E' in cantiere un nuovo sito. Nel frattempo, ecco l'ultimo soggetto Grana Padano. E' di Natale, siamo un po' in ritardo, ma non sono certo stata con le mani in mano! Per scoprire cosa è successo stay tuned! http://www.youtube.com/watch?v=67U_2sN92tU

lunedì 16 aprile 2012


Ecco il lavoro che ho fatto per il Giovani Leoni lo scorso 17 marzo con un mio amico che lavora in Leagas. Sta a voi farmi da giuria.

http://www.giovanileoni.it/materiali/99/Anelli_Ceccolini.jpg

martedì 14 febbraio 2012

Uh! E ho dimenticato di inserire il making of del Christmas Countdown! :)

http://vimeo.com/36446688
Una copywriter, si sa, scrive. Io poi credo davvero di essere più una scrittrice inconsapevole che si presta a fare pubblicità che il contrario. Non ci credete vero? Invece vi dirò che ho un blog personalissimo e segretissimo con i pensieri, le poesie, i racconti e i minitesti teatrali che scrivo a tempo e sentimenti persi.
Però, per essere una copy credibile, devo pur farvi leggere qualcosa, così posto questo brano.
Dopo aver letto Le città invisibili di Calvino, ho deciso di scrivere con lo stesso stile (tentativamente, come esercizio), riguardo le mie 4 città: Pesaro, Bologna, Milano e Torino. Pubblico qui Pesaro. Le altre forse un giorno le leggerete... in pubblicazioni postume.

La città e la coscienza 1
Basta abitarci per breve tempo, per credere di conoscere la città di Pesaro. Certezza che tuttavia dura poco, fino a una mattina in cui dal giornalaio, o davanti al caffè, o inciampando tra i ciottoli del centro, o arrivando alla punta del molo tra gli scogli, ci si rende conto di non saper raccontare nulla di quel luogo, meraviglioso e terribile al tempo stesso.
E a chi ci chiede, confesseremo di non avere capito nulla.

Che si arrivi per mare o per terra, poco importa. Ci si può stabilire al fiume, quando i gabbiani scovano le loro prede per strangolarle, o alla stazione, dove i convogli spariscono tra i pinnacoli della chiesa di terracotta e gli arbusti di pianura.
Quando ti sarai stabilito, immagini inizieranno a imprimersi tra i tuoi pensieri e crederai di possederle per sempre. Crederai. Molte domande sovverranno alla tua mente, ma non tutte avranno in sé una risposta vera.

Non chiederti perché i granchi tra uno scoglio e l’altro corrono solo quando non li guardi, nello sciabordare delle onde della darsena. Non chiederti perché la via del liceo in primavera è rivestita di fiori di pesco, e i marciapiedi sono veli da sposa in velluto. Non stupirti se ogni casa del porto è segnata da una barca a vela di coccio.

Inutile poi che ti sorprenda del sole di giugno che tramonta sul filo dell’acqua, o delle ragazze che portano buffi occhiali, sentendosi belle.
Non domandarti perché gli spiriti in tempesta fischino alla tua finestra nelle notti d’inverno, o perché la sirena della nebbia ti faccia tremare le vene ai polsi.
Non sorprenderti se a Pesaro i ragazzi non crescono mai, se tutto è sempre immobile, se il lungomare d’inverno è abitato solo dai fantasmi delle foglie degli alberi secchi, dall’acqua pallida e i pini marittimi che si stagliano custodi dell’ordine. Se il sole ti brucia, ma non ti scurisce mai, se sali sul monte e vedi il mondo intero.

Stupisciti piuttosto di questo: nessuno sa nulla del mare, nessuno sa nulla del monte.
Come regali neppure attesi, trovati per le mani un dì qualunque, gli abitanti di Pesaro non sono contadini come i loro nonni, né pescatori come i loro avi. Essi ricevono una terra, un mare, una storia giungendo alla vecchiaia senza farle mai davvero proprie.
Di questo sorprenditi, quando dopo qualche anno lascerai la città: gli abitanti di Pesaro non sanno chi sono, sanno solo chi non sono.

domenica 22 gennaio 2012